INTERVENTI ESEGUITI

Colectomia destra e sinistra, Resezione del Retto - Open, Laparoscopica, Robotica
Colecistectomia VIDEOLAPAROSCOPICA, Robotica e Single Site

La Colecistectomia Laparoscopica, ossia l’asportazione della Colecisti (o Cistifellea), è stato uno dei primi interventi Mininvasivi ad essere introdotto con l’avvento della tecnica laparoscopica.

Questo ha rivoluzionato il recupero del paziente. Si è passato da giorni di ricovero a qualche ora, da cicatrici di 10-15 cm a 4 piccoli buchi nell’addome.

Attualmente gli strumenti sono divenuti sempre più piccoli ed il nostro gruppo è in grado di offrire le più moderne tecniche per l’esecuzione di questo intervento: strumenti da 3 mm, chirurgia robotica, chirurgia attraverso un unico foro nell’addome (ombelicale).

Dopo l’intervento non vi sono drenaggi (99% delle colecistectomie eseguite), il paziente può riprendere l’alimentazione liquida dopo 3 ore dall’intervento, quella solida entro le 24 ore.

Il paziente viene dimesso normalmente < 24 ore dopo l’intervento.

Al domicilio può lavare le ferite dopo 72 ore dall’intervento.

Sono previste 2 visite di controllo a distanza di 7-10 giorni e dopo 1-3 mesi.

Le indicazioni alla Colecistectomia sono essenzialmente le complicanze dovute ai calcoli che in essa di possono formare: Colecistiti, Pancreatiti Biliari, Coliche Biliari, Etc.

Una valutazione ambulatoriale iniziale può evidenziare le indicazioni alla colecistectomia, il timing (ossia quando operare) e la tecnica migliore da applicare.

A volte è necessario procedere ad indagini più accurate (Esempio Colangio Risonanza Magnetica) per valutare situazioni correlate alle patologie colecistiche (Calcoli nella Via Biliare Principale, Sindrome di Mirizzi, Sospetta Neoplasia).

TRATTAMENTO DELL'ErniA Inguinale E DELLA PARETE ADDOMINALE PER VIA Laparoscopica e Robotica

Le Ernie della Parete Addominale costituiscono una patologia chirurgica diffusa, tra le prime al mondo, spesso non così evidente. Molti pazieni non sanno di essere portatori di ernia perchè non emerge in modo ecclatante (per le caratteristiche fisiche del paziente o per quelle dell’ernia stessa).

Si tratta di parti dell’addominale “deboli” o “indebolite” da pregressi interventi o traumi che diventano sedi di fuorisucita del contenuto addominale, non più mantenuto in sede dall’integrità della barriera fisica costituita dagli strati della parete addominale.

L’introduzione dell’Ecografia ha portato ad una precisa diagnosi nei casi dubbi o in quelli di dolore aspecifico della regione interessata.

L’Ernia Inguinale costituisce la maggior parte dei casi anche se a livello addominale sono presenti altre regioni che possono essere interessate.

Risultati immagini per ernia inguinale

La cura delle Ernie è sostanzialmente sempre chirurgica. Altri metodi fisici (fasce di contenimento) non hanno un riconoscimento scientifico e, anzi, sono a volte concause delle complicanze quali incarceramenti e strozzature.

Una valutazione iniziale potrà evidenziare quale sia il trattamento migliore da proporre al paziente. La chirurgia sarà “Tailored” ossia adattata alla situazione.

L’intervento potrà essere condotto con metodica classica (con piccola incisione cutanea) o con le più moderne tecniche Minivnasive (Chirurgia Laparoscopica e Robotica), avrà come obiettivo primario quello di essere di minor invasività possibile, di restituire al paziente la piena funzionalità nel più breve tempo possibile e di avere il minor indice di recidiva e complicanze.

Spesso verrà utilizzata una protesi, una rete che andrà a rinforzare la parete dopo la sua ricostruzione.

Il decorso postoperatorio in ospedale va da poche ore a qualche giorno a seconda della dimensione e della tecnica utilizzata. Al domicilio il paziente dovrà seguire indicazioni specifiche per il trattamento eseguito che lo porteranno in breve tempo alla piena ripresa delle proprie attività.

TRATTAMENTO DELL'ERNIA DELLO SPORTIVO o SPORT HERNIA PER VIA LAPAROSCOPICA E ROBOTICA

Una volta che è stata individuata la patologia ed inquadrata come “Ernia da Sport” o “Sport Hernia” è di estrema importanza seguire le indicazioni internazionali che si evolvono con una certa frequenza.

Al momento attuale le indicazioni sono:

  • 8 settimane di terapia conservativa con antinfiammatori, riposo, eventuali infiltrazioni locali e terapie fisiche.
  • Se non regressione della sintomatologia o ripresa della stessa dopo ripresa delle attività intervento chirurgico.

Il trattamento chirurgico (sia in chirurgia aperta che laparoscopica) garantisce il 90% dei risultati positivi con ripresa delle normali attività sportive entro le 6-8 settimane dall’intervento.

In particolare la tecnica di TAPP (TransAddominalPrePeritoneal) Lloyd Laparoscopica e Robotica con Fissaggio della Rete Mediante Collanti permette di associare la mininvasività della laparoscopia (non incisioni fastidiose all’inguine ma 3 piccoli buchi all’altezza dell’ombelico) all’efficacia del rilasciamento muscolo-tendineo.

Dopo l’operazione i pazienti sono invitati a mobilizzarsi abbastanza rapidamente eseguendo esercizi di stretching dopo 24 ore. Possono lavare le ferite il giorno dopo. Non vi è alcuna restrizione di attività dopo la procedura e gli atleti sono invitati a tornare ad allenarsi blandamente in pochi giorni e riprendere gli allenamenti normali entro circa 4 settimane.

Nel restante 10% dei casi si procede ad un ulteriore piccolo intervento che si chiama “Tenotomia degli Adduttori” che consente nel rilascio dell’inserzione dei muscoli adduttori dal lato dolente che guarendo risulteranno più lunghi e meno “stressati”.

chirurgia della diastasi addominale per via LAPAROSCOPICA e Robotica

La Chirurgia della Diastasi della Muscolatura Retta Addominale ha subito un notevole impulso da circa 10 anni.

Da un lato la scoperta che questa condizione non è solo un fatto “estetico” ma una vera patologia (vedi Patologie Trattate, Diastasi) e dall’altro l’avvento delle tecniche mininvasive (laparoscopia e robotica). Inizialmente infatti la condizione era trattata dai Chirurghi Plastici durante l’esecuzione dell’Addominoplastica (rimozione del “Grembiule” o “Addome Pendulo”) il che comportava cicatrici trasversali molto evidenti.

Al momento attuale gli interventi da noi proposti sono di 2 tipi:

1. Intervento di Correzione della Diastasi dei Retti laparoscopica/robotica senza Addominoplastica che consiste nell’avvicinamento della muscolatura con ricostruzione mediante diverse tecniche (plicatura anteriore extrafasciale + protesi, plicatura semplice, plicatura posteriore, Transversal Fascial Realease).

Risultati immagini per diastasis correction surgery

Mediante l’esecuzione di 3 piccoli fori che vengono nascosti al di sotto della linea delle mutande si accederà alla cavità addominale (tecnica Intraperitoneale o Preperitoneale) oppure al solo sottocute (Tecnica Sovrafasciale) per andare a chiudere l’allargamento e rinforzare con Rete Protesica.

2. L’intervento in associazione all’AddominoPlastica e la MiniAddominoPlastica (i nostri collaboratori chirurghi plastici eseguiranno la rimozione della cute in eccesso e noi provvederemo al riavvicinamento dei muscoli addominali ed al posizionamento della rete se indicata).

Risultati immagini per addominoplastica

 

L’utilizzo di Rete Protesica è da valutare a seconda del caso avendo ora a disposizione diverse soluzioni che si adattano al paziente (Uomo, Donna, Donna che desidera altre gravidanze, etc.).

Un’attenta valutazione del paziente ed una discussione con lui dei pro e contro delle diverse tecniche porterà a trovare la soluzione migliore.

DECORSO POSTOPERATORIO

Il paziente potrà cominciare a camminare dopo 6 ore dall’intervento e per qualche settimana dovrà portare una fascia contenitiva per permettere alla plastica della parete di stabilizzarsi.

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TRATTAMENTO DELLE EmorroidI THD, Mucopessia trilogy, Milligan & Morgan, Ferguson, Stapler, STARR, HeLP, laser

 

I trattamenti sono ambulatoriali o in regime di ricovero, in relazione allo stadio della malattia ed alla gravità clinica:

La legatura elastica delle emorroidi - CDI Centro Diagnostico Italiano

La legatura elastica veniva utilizzata Ambulatorialmente per il trattamento delle emorroidi e del prolasso mucoso rettale interno. Rimane molto diffusa nei paesi anglosassoni. Consiste nell’applicazione di piccoli anelli elastici alla base delle emorroidi o del prolasso, applicazione che si effettua senza alcuna anestesia. Ciò generalmente non provoca dolore anche se nelle ore successive può essere accusato dal paziente un fastidioso senso di peso. Gli anellini elastici rimangono in sede per 7-15 giorni e generalmente la loro espulsione non viene rilevata dal paziente se non per una lieve perdita ematica che non deve spaventare. Solo in caso assolutamente eccezionale di emorragia occorre recarsi al Pronto Soccorso o prendere contatti con il proprio specialista.

PRO: Trattamento Ambulatoriale

CONTRO: Diverse Sedute, Alto Indice di Recidiva.

 Scleroterapia – Dott.Zampori – Cura emorroidi Milano Tel: 02,58300455Scleroterapia per Emorroidi - Dr. Giovanni Quartararo, Chirurgo Generale a  Firenze

La scleroterapia e la coagulazione all’infrarosso sono utilizzate nel trattamento delle emorroidi in genere non prolassanti. Tali procedure causano scarso dolore ed il risultato è una discreta riduzione del volume delle emorroidi.

PRO: Trattamento Ambulatoriale

CONTRO: Attrezzature Dedicate, Alto Indice di Recidiva

La crioterapia nel trattamento radicale è dolorosa rispetto agli altri trattamenti ambulatoriali e HA UN ALTISSIMO TASSO DI RECIDIVE, meno con l’Utilizzo di Azoto Liquido, come la folgorazione diretta ed il BICAP, non gode la preferenza dei maggiori centri internazionali di colonproctologia.

PRO: Ambulatoriale

CONTRO: Macchinari Dedicati, Dolore, Recidive

 Intervento di emorroidi: qual'è l'operazione migliore?

Lemorroidectomia è il trattamento riservato ai casi che non possono essere trattati ambulatorialmente con le tecniche precedenti, o nei casi in cui non si è riusciti ad ottenere un risultato soddisfacente per il paziente.

Esistono molte tecniche che hanno in comune la rimozione delle emorroidi (Milligan & Morgan, Ferguson, etc.). Necessitano in genere di un breve ricovero (SPESSO IN REGIME AMBULATORIALE O DI DAY-SURGERY) e si effettuano in anestesia. Esistono diversi protocolli per il controllo dei disagi e del dolore postoperatorio. Tecniche che utilizzano il bisturi Laser non danno una riduzione del dolore rispetto a quelle più tradizionali. L’utilizzo di nuovi strumenti di coagulazione in radiofrequenza ed ad ultrasuoni riducono il dolore postoperatorio anche se non tutti i lavori scientifici danno un miglioramento statisticamente significativo.

PRO: Intervento Standardizzato da moltissimi anni, Recidive Estremamente Basse.

CONTRO: Dolore Postoperatorio (dipende dal numero dei gavoccioli e dall’estensione della malattia).

Intervento di emorroidi: qual'è l'operazione migliore?

La mucoprolassectomia con suturatrice meccanica viene utilizzata con sufficiente consenso della letteratura nelle emorroidi di III grado, mentre negli altri gradi vi è ancora discussione tra gli esperti. Si effettua in regime di ricovero e generalmente in anestesia spinale. I risultati a breve termine sono buoni ma il tasso di recidive risulta alto. Le complicanze non sono rare, a volte persistenti nel tempo e difficili da trattare.

PRO: Risolutivo nei casi di prolasso a 360°

CONTRO: Recidive (10-15% a 5 anni).

 Novità Emorroidi – Metodo THD | Dott. Gabriele Vestrini

La Mucopessia con o senza legatura dei rami terminali dell’arteria emorroidaria (Metodo T.H.D.).

Si effettua prevalentemente nelle emorroidi di III grado sebbene lavori scientifici abbiano descritto questa tecnica anche per gli altri gradi. Il trattamento viene eseguito in day hospital o ambulatoriale, in anestesia locale con sedazione o in anestesia spinale; l’80% dei pazienti non ha necessità di analgesici subito dopo l’intervento, e le complicazioni segnalate sono minime nel numero, nella gravità e nella durata.

PRO: Ambulatoriale, Poco Dolore, Risolutiva

CONTRO: Recidive più elevate che con Emorroidectomia Classica

 

A QUALE TIPO DI INTERVENTO CHIRURGICO VERRA’ SOTTOPOSTO?

L’esperienza nel campo della Chirurgia Colorettale permette di poter trovare l’intervento più adatto alla situazione anatomica ed alle esigenze dei pazienti.

In particolar modo tra le tecniche elencate in precedenza lei verrà sottoposto ad una delle seguenti 3:

 

  • Mucoprolassectomia sec. Longo o eventualmente S.T.A.R.R.
  • Emorroidectomia sec. Milligan & Morgan e/o Ferguson.
  • Mucopessia
CHIRURGIA DELLA CISTI PILONIDALE o ASCESSO PILONIDALE o SINUS PILONIDALE mediante chirurgia, EPSiT, (LASER)

La chirurgia della cisti sacrococcigea e soprattutto la fistola sacrococcigea è un’area in continua evoluzione con l’obiettivo di ridurre il rischio di recidive e l’impatto degli interventi.

Fino a pochi anni fa si utilizzavano tecniche aperte o “Lay Open” ossia veniva asportata la malattia in blocco e si faceva guarire la ferita spontaneamente con serie di medicazioni ambulatoriali che potevano arrivare a parecchi mesi.

Lo sforzo della comunità chirurgica è stato quello di produrre tecniche che permettessero di “Chiudere” la ferita con una guarigione più rapida.

Una accurata valutazione del paziente permetterà di scegliere la tecnica mininvasiva più adatta al caso dal punto di vista anatomico e funzionale, di utilizzare un ricovero ordinario (nelle tecniche più complesse) o Day Hospital/Ambulatoriale.

Le tecniche che il nostro gruppo mette a disposizione sono:

  • Escissione e chiusura per prima intenzione: per fistole e cisti di piccole dimensioni.
  • Spostamento della linea mediana ed appiattimento del solco intergluteo mediante tecniche importate dalla Chirurgia Plastica (es. “Lembi di Scivolamento”, Lembo di Limberg, Plastica a Z, etc.). Questo tipo di metodica permette di risolvere le cisti più voluminose e soprattutto quelle recidive sostituendo alla zona asportata porzioni di cute e sottocute lì portati per “scivolamento”. In questo modo si ottiene il triplo effetto di
    1. Chiudere il difetto senza lasciare la ferita “Aperta”
    2. Creare un sollevamento del “Cleft” ossia del solco intergluteo profondo, uno dei corresponsabili della formazione della cisti
    3. Spostare la linea di chiusura della ferita dal mezzo per ridurre le recidive
  • Utilizzo del Laser (Tecnica FILAC). Questo tipo di tecnica, utile nelle fistole cronicizzate e con scarsa componente cistica, permette di “Bruciare” i tragitti fistolosi senza arrivare all’intervento di asportazione.

TRATTAMENTO DELLA CONDILOMATOSI CON LASER

La condilomatosi è la manifestazione cutanea e/o mucosa dell’infezione da Virus del Papilloma (HPV).

Il trattamento di tale condizione necessita un inquadramento diagnostico mediante valutazione clinica per individuare:

– Tutte le lesioni, spesso presenti in aree poco accessibili dal paziente e se non trattate fonte di reinfezione.

– La possibile correlazione con altre patologie favorenti, la presenza nei partner, etc.

– L’individuazione della presenza di ceppi di HPV particolarmente associati alla formazione di tumori per programmare i controlli succssivi.

– Programmare un trattamento adeguato sia per le lesioni visibili che per scongiurare eventuali recidive.

Per quanto concerne il trattamento della manifestazione cutanea del Virus (i condilomi o “Creste di Gallo”) esistono divese tecniche (Semplice sezione, Diatermocoagulazione con Elettrobisturi e/o Laser, Etc.).

In particolare l’ablazione mediante Laser CO2 è la tecnica che permette un trattamento completo, poco doloroso, ambulatoriale.

L’utilizzo di Laser Chirurgico dedicato permette di trattare tutti i condilomi anche in zone profonde (Canale anale, Retto, Cavità Orale, etc.).

L’estrema precisione del Laser è in grado di agire solo sul condiloma e sulla suabase di impianto con estrema precisione e limitando i danni collaterali ai tessuti vicini. Si evitano così lunghe guarigioni, cicatrici poco estetiche, sanguinamenti, dolori.

La guarigione delle ferite è molto rapida ed il paziente è dimesso poco dopo il trattamento.

Prenotando una Valutazione Ambulatoriale saremo in grado di valutare e discutere con voi il trattamento più adeguato.

TRATTAMENTO DEL PROLASSO DEL RETTO E PERINEALE (Colposacropessia Laparoscopica - Robotica Ultrabassa, DELORME INTERNA, ALTEMEYER, POPS)
CHIRURGIA DELL'INCONTINENZA FECALE

Solo quando avremo il quadro completo potremo proporre al paziente la soluzione più idonea ed in questo campo la scelta è molto vasta e da affrontare con specifiche competenze perché non si peggiori la situazione.

Nel campo del trattamento dell’Incontinenza si possono utilizzare inizialmente metodiche non invasive quali ginnastiche specifiche, fisioterapia mirata, Biofeedback, lavaggi colici retrogradi e solo successivamente affrontare un intervento chirurgico se il risultato non è soddisfacente.

Nell’ambito chirurgico siamo in grado di porcedere a: ricostruzioni sfinteriali, riduzione dei prolassi pelvici e multicompartimentali, introduzione di ShipnKeeper, Lipofilling.

Ricostruzione Sfintere per “Overlapping”

Risultati immagini per gatekeeper incontinence

Inserimento degli SphinKeeper

 

CIRCONCISIONE CHIRURGICA, con stapler

CIRCONCISIONE CON STAPLER

Negli ultimi anni è stata sviluppata una tecnica che permette circoncisioni rapide e con risultati esteticamente molto vantaggiosi.

Si avvale di un macchinario monouso in grado di “tagliare” e “cucire” nello stesso momento rilasciando una serie di piccole “graffette” che cadranno nelle settimane successive.

Tale suturatrice viene studiata ed adattata nelle sue varie misure ai diametri del paziente durante la prima visita.

Le cicatrici appaiono lisce rispetto all’aspetto nodulare riscontrato nei classici metodi di sutura e l’edema post-operatorio è notevolmente ridotto.

Una notevole riduzione del dolore rende non solo l’esperienza complessiva del paziente migliore, ma consente un più facile cambio di medicazioni riducendo notevolmente il rischio di infezioni post-operatorie.

Le fasi dell’Intervento sono Standardizzate portando a risultati molto più prevedibili.

 

La Circoncisione

La circoncisione è una metodica chirurgica che consiste nella rimozione totale o parziale del prepuzio, il lembo di pelle scorrevole che riveste il glande, l’etremità del pene.

Molto diffusa tra le popolazioni di religione ebraica ed in africa, non è una pratica rituale nel mondo occidentale, se non nei casi in cui è richiesta per risolvere un problema di salute.

È indubbio che la circoncisione riduca notevolmente l’incidenza di infezioni croniche del glande e del cancro alla testa del pene, neoplasia quasi del tutto assente tra le popolazioni con un alto tasso di maschi circoncisi.

È più difficile, inoltre, che gli uomini circoncisi possano contrarre il virus dell’Hiv da un partner sieropositivo, anche se il meccanismo immunologico alla base di questa difesa non è ancora noto.

Nessun effetto preventivo, invece, è stato rilevato nelle infezioni da contatto: virali (papillomavirus) e batteriche (gonorrea e sifilide).

 

La pratica è quasi del tutto assente nelle popolazioni cattoliche occidentali, che la utilizzano in genere soltanto per esigenze mediche (fimosi, lichen scleroatrofico).

Le condizioni igienico-sanitarie in cui viviamo, infatti, ci permettono di assumere altre precauzioni, meno invasive, per ridurre il rischio di contagio delle infezioni citate.

 

In Italia è più frequente che sia un adulto (non c’è un’età ideale per l’intervento) a ricorrere alla circoncisione e non un bambino. L’operazione avviene attraverso una procedura standard negli adulti, in anestesia locale.

Interventi Congiunti

Uno degli obiettivi del nostro gruppo è quello di collaborare con diverse branche chirurgiche per apportare tecniche mininvasive per il trattamento di patologie concomitanti.

Capita spesso di collaborare con i colleghi urologi nel corso di interventi di Varicocele per correggere difetti della parete come ernie inguinali, laparoceli.

Altre volte durante lo studio che porta ad interventi addominali si evidenzia la presenza di calcoli alla colecisti che vengono trattati simultaneamente.

  • Ernia VL o Robotica con Varicocele
  • Colecisti VL o Robotica in corso di altro intervento addominale
  • Emorroidi in Corso di Altro intervento
  • Patologia cutanea
  • Ernie di Parete e Diastasi con Addominoplastica

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